Nella maggior parte dei casi, ho deciso di usare il termine
GNU/Linux in riferimento al sistema operativo di software libero
e Linux per indicare in modo particolare il kernel su cui si basa
tale sistema operativo. L’eccezione più evidente
compare nel Capitolo 9, quando descrivo l'evoluzione iniziale di
Linux come un derivato di Minix. È corretto sostenere che
durante i primi due anni di sviluppo del progetto, il sistema
operativo su cui Torvalds e colleghi stavano lavorando presentava
poca somiglianza con il sistema GNU impostato da Stallman, anche
se gradualmente iniziò a condividerne alcuni componenti
chiave come il compilatore C GNU e il debugger GNU.
La mia scelta trova ulteriore riscontro nel fatto che, prima
del 1993, Stallman non insiste per il riconoscimento dei propri
meriti.
Qualcuno potrebbe considerare arbitraria la decisione di usare
GNU/Linux per le successive versioni del medesimo sistema
operativo. Vorrei sottolineare come ciò non vada in alcun
modo considerato un prerequisito per ottenere la cooperazione di
Stallman nella stesura del libro. L'ho deciso di mia spontanea
volontà, in parte per la natura modulare del sistema
operativo e della relativa comunità, e in parte per la
natura apolitica del termine Linux. Trattandosi qui della
biografia di Richard Stallman, non mi è parso opportuno
definire il sistema operativo in termini apolitici.
Nella fase finale del progetto, quando divenne chiaro che
O'Reilly & Associates avrebbe pubblicato l’edizione
originale del libro, Stallman pose come condizione l'uso di
“GNU/Linux” anziché Linux nel caso O'Reilly
avesse richiesto il suo sostegno promozionale dopo l'uscita del
libro. Una volta venuto a conoscenza di questa richiesta, decisi
di ribadire le mie scelte precedenti lasciando giudicare a
Stallman se il testo finale rispettasse o meno la sua condizione.
Mentre scrivo queste note, non ho alcuna idea sull'esito del suo
giudizio finale.
Analoga la situazione per quanto concerne i termini
“software libero” e “open source”. Di
nuovo, ho optato per il primo, maggiormente motivato a livello
politico, per indicare quei programmi il cui codice sia
liberamente copiabile e modificabile. Anche se più diffuso,
ho scelto invece il secondo soltanto in riferimento a gruppi e
aziende che ne hanno esplicitamente sostenuto l'utilizzo. In
alcuni passaggi, tuttavia, i termini sono completamente
intercambiabili, e in tal caso ho preso questa decisione seguendo
il consiglio di Christine Peterson, la persona generalmente
indicata per avere coniato quel termine. “Nelle circostanze
in cui suona meglio, si dovrebbe continuare a usare
‘software libero’”, scrive la Peterson.
“[‘Open source’] si è imposto soprattutto
perché esisteva un gran bisogno di un nuova terminologia,
non perché fosse l'ideale.”